Proiezione del film “Da immigrati a cittadini d’Europa”, di Claudio Rocco

Il Com.It.Es di Lione ha il piacere di invitarvi

domenica 3 aprile ore 17.30, presso la Salle Simone André, 100 Rue Boileau, Lyon 6eme, 

alla proiezione del documentario “Da immigrati a cittadini d’Europa”, un viaggio attraverso una serie di testimonianze per capire il senso della presenza italiana a Lione e nella regione Auvergne Rhone-Alpes. Esperienze di vita diverse, generazioni diverse, compongono un quadro dalle tinte e sfumature variegate.

Il documentario, di circa 30 minuti, promosso e finanziato dal Comites di Lione, è stato realizzato da Claudio Rocco e montato da Cristina Alvarez.La proiezione è organizzata con il contributo della Società Dante Alighieri di Lione.

Alcuni dei protagonisti del documentario saranno presenti in sala per rispondere alle domande del pubblico.

Apesttandovi numerosi, ecco una breve anticipazione:
Chi sono gli italiani che vivono nella regione lionese? Perché sono venuti? Che difficoltà hanno avuto? Come si sono integrati nella società francese? C’è chi, per esempio, per arrivare ha attraversato le montagne a piedi negli anni ’40, e chi invece è arrivato più recentemente per mobilità professionale.

8 capitoli e 8 diverse storie:

“Quando i clandestini eravamo noi”

Mario Iacuzzi, tecnico metallurgico, oggi ultra novantenne, racconta come, negli anni quaranta, ha dovuto attraversare il Moncenisio a piedi, a fianco del padre, per entrare clandestinamente in Francia. Ha sfidato i controlli, il freddo, la fatica e il buio della notte. 

“Un’associazione italiana al femminile”Giuseppina Milazzo, a Firminy, città ad una sessantina di chilometri da Lione, ha creato negli anni cinquanta, una delle prime associazioni femminili italiane della circoscrizione. Quando ancora dei diritti delle donne si parlava molto poco.

“I più piccoli non scordino l’Italiano”

Gloria Bandello, giovane trentenne proveniente dalla Puglia, ha fatto una brillante carriera nel campo della comunicazione in importanti aziende lionesi. La vediamo, circondata da bambini chiassosi che, giocando e divertendosi, non scordano la lingua dei loro genitori: l’Italiano. Gloria è fortemente impegnata nella trasmissione della lingua ai più piccoli. 

“La Sicilia nella pietra”
Rosario Bonaccorsi, piastrellista emigrato a Clermont Ferrand dalla Sicilia da oltre cinquant’anni, ama scolpire nella pietra, elementi che ricordano la sua Sicilia lontana.Lo vediamo mentre scolpisce e rifinisce i suoi manufatti, con un pizzico di nostalgia, parlandoci della sua difficile integrazione in Francia.

“Cervelli in fuga”

Alberto D’Onofrio, è un bio-matematico cinquantenne, impegnato in studi  – quantomai attuali – sui meccanismi di propagazione dei virus. Ci dice che in Francia ha trovato  opportunità di lavoro migliori rispetto al mondo accademico italiano. 

“Un vita in fabbrica”

Enrico Rea, emigrato negli anni cinquanta dalla Ciociaria, ha passato la sua vita come operaio in una fabbrica lionese. Ci parla delle sue difficoltà d’integrazione. 

“Un giovanissimo alla scoperta di Lione”

Gabriele Leoncini, giovanissimo ingegnere venticinquenne, ha deciso di fare un’esperienza di lavoro e di studio a Lione, non perché a Roma (dove è nato) gli mancassero le opportunità, ma per confrontarsi con persone nuove, per misurarsi con una realtà culturale diversa, con un paese vicino, e allo stesso tempo lontano, dall’Italia. 

“Quando i clandestini eravamo noi”, parte seconda.

Ancora un’avvincente storia di una traversata a piedi del Moncenisio per entrare clandestinamente in Francia negli anni quaranta. Questa volta la storia è al femminile. Le sorelle Antonietta e Anna Gabrielli, entrambe operaie, oggi ultra ottantenni, ci raccontano la loro versione di quella durissima esperienza. E non manca il pathos….