Piero Chiambretti ricorda Troisi: “L’ultimo grande napoletano”

Piero Chiambretti condivide con gli italiani all’estero il suo ricordo di Massimo Troisi in occasione di Grazie, Massimo, lo speciale di Radio Fuori Campo dedicato all’ex attore napoletano, che a febbraio avrebbe compiuto 70 anni (Clicca qui per i dettagli dell’iniziativa):

“Il mio ricordo di Troisi – dice il noto autore e conduttore televisivo al giornalista Gianluca Vitale – è un ricordo lontano nel tempo. E’ già passato tanto, troppo, dalla scomparsa dell’ultimo grande comico napoletano che è rimasto nella storia dello spettacolo italiano”.

Chiambretti rimase colpito dalle abilità recitative a Troisi in teatro:

“Siamo, credo, negli anni ’70, a metà degli anni ’70: la Smorfia, di cui lui era il capostipite insieme a Lello Arena ed al bravo e simpatico Enzo Decaro, partecipa ad un programma di Enzo Trapani a Torino, si chiamava ‘Non stop’, e i tre vengono consacrati come grandi comici insieme ad altri di quel periodo, una nidiata di cui facevano parte Troisi, appunto, ma anche Nuti con i ‘Giancattivi’, Carlo Verdone… Finite le riprese, molti dei giovani comici lanciati da quel programma di Rai 1 passavano le loro serate in un teatro cabaret dove, immediatamente, facevano il pieno, perché la gente li vedeva in televisione e poi li voleva rivedere dal vivo in teatro”.

“Il teatro – spiega Chiambretti – si chiamava ‘Teatro Pellico’ ed era, di fatto, il tempio del cabaret a Torino, al pari del ‘Derby’ di Milano e del ‘Bagaglino’ di Roma. Io vidi, una sera, proprio la Smorfia. Non mi avvicinai, non ebbi occasione di conoscerlo personalmente, anche se fui invitato ad una serata in ricordo di Troisi vicino Napoli, a casa sua, nella sua cittadina e quello che mi balzò subito all’occhio, a parte il talento, fu la genuinità dell’attore, cioè la trasparenza, l’immediatezza, lo spirito napoletano a cui lui si appoggiava ma che irrideva allo stesso tempo”.

“Massimo giocava a fare il napoletano che era napoletano. Un grande artista – conclude – che ci manca tanto e che ci mancherà ancora”.

Il ricordo di Piero Chiambretti